Altro che riposo! Abbiamo avuto una domenica molto produttiva, qui ad AllRights2!
Oggi abbiamo lavorato su di noi, sui nostri GRUPPI e sui nostri PROGETTI.
Ad aiutarci nel nostro percorso c'era un'esperta:
Ilaria Zomer, collaboratrice del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino, che da tempo si occupa di mediazione dei conflitti e di interazione costruttiva.
Vi forniamo, qui, un breve riassunto dei temi trattati, servendoci del materiale che Ilaria ha creato per il Seminario e consegnato ai partecipanti.
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La giornata di lavori è cominciata con una riflessione, tutt'altro che scontata, sui vari ruoli che ognuno di noi può ricoprire all'interno dei nostri gruppi.
All'interno del gruppo: come prendiamo decisioni?
Come
costruiamo un programma e un obiettivo di lavoro?
C'è una leadership diffusa?
I rapporti che
intercorrono tra i partecipanti di un gruppo riguardano sia il CONTENUTO, sia
la RELAZIONE. Il contenuto riferisce al COMPITO del gruppo, al che cosa
dobbiamo fare insieme. Le relazioni riguardano il processo, il FUNZIONAMENTO
del gruppo, al come stiamo insieme.
I compiti di
funzionamento sono comportamenti che si concentrano nel fare si che il
lavoro sia fatto. L’enfasi è su quello che ci si aspetta il gruppo debba
fare. I compiti di funzionamento comprendono attività tipo: preparare l’agenda, stabilire obiettivi,
fornire linee guida, avviare la
discussione, stabilire limiti di tempo, dare e cercare informazioni,
ricapitolare
I compiti di
manutenzione si concentrano sullo sviluppo e mantenimento dell’armonia e
coesione del gruppo. Tali attività riguardano il modi di funzionare del
gruppo. Esse comprendono: il riconoscimento, l’incoraggiamento della
partecipazione, la gestione del conflitto e la costruzione di relazioni.

In seguito, ci siamo soffermati sulla
OSSERVAZIONE PARTECIPANTE,
cioè sulla capacità di un gruppo di sapersi osservare
È importante
saper osservare cosa sta succedendo nel gruppo per rendersi conto se
esso sta al compito e fa stare bene, garantisce produttività e benessere e
poter imparare dagli eventuali errori.
Che cosa sarebbe bene imparare ad osservare?
1. LA COMUNICAZIONE
E LA PARTECIPAZIONE. Chi parla e a chi, chi è escluso, chi parla più
frequentemente, che prende tanto tempo (i loquaci).
2. IL PROCESSO
DECISIONALE. Come il gruppo procede nel selezionare un particolare corso
d’azione, a maggioranza, col consenso, col silenzio, …
3. IL CONFLITTO è
inevitabile e necessario per un’efficace
e creativa soluzione dei problemi. Come il conflitto è gestito nel gruppo: evitandolo, attraverso compromessi, con la competizione,
collaborando, …
4. LA LEADERSHIP.
Essa riguarda chi influenza chi.
5. RUOLI E
OBIETTIVI. Per essere efficace un gruppo deve avere chiarezza sui ruoli (chi fa
che cosa) e sugli obiettivi (che cosa cerchiamo di ottenere)
6. LE NORME sono
le assunzioni o le aspettative che i membri del gruppo hanno a proposito di ciò
che è appropriato o inappropriato all’interno del gruppo. Sono le regole di
fondo che regolano il comportamento del gruppo
7. MODALITÀ DI
SOLUZIONE DEI PROBLEMI. Come il gruppo risolve i problemi? Una efficace
modalità si riferisce alla identificazione e formulazione del problema, alla
generazione di alternative, all’analisi delle conseguenze, ai piani di azione e
di sviluppo futuri
8. CLIMA DEL
GRUPPO. Si riferisce alle sensazioni o al tono generale del gruppo, come esso
sia gradevole
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In un secondo momento, ci siamo soffermati sull'ASCOLTO DELL'ALTRO e sull'ASCOLTO DELLE NOSTRE COMUNITA' E DEI NOSTRI TERRITORI.
1. ASCOLTO DELL'ALTRO, INTER-PERSONALE
Tratto da Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi
possibili
Se volete ascoltare
eliminate il verbo essere dal vostro vocabolario. Al limite non dovete pensare:
"Questa è una sedia, questo è un tavolo", ma "Vedo questa come
una sedia, vedo questo come un tavolo". Mi rendo conto che sembra
ridicolo, ma aiuta a usare fin dall'inizio un linguaggio che non escluda che
potremmo vedere le cose anche secondo un modo di vedere diverse. Il predicato
"è" esclude, irrigidisce. Invece "adesso lo vedo così,
ma..." ci induce a essere leggeri, flessibili, disponibili
all'esplorazione di altri mondi possibili" .
LE SETTE REGOLE DELL'ARTE DI ASCOLTARE
1. Non avere fretta di arrivare alle conclusioni. Le
conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire
a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi
assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi
dalla sua prospettiva.
4. Le emozioni sono gli strumenti conoscitivi fondamentali se
sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come
guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I
segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza
come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perchè
incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del
pensiero e della comunicazione. Affonta i dissensi come occasioni per
esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare
una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo
vien da sè.
2. ASCOLTO DEL NOSTRO TERRITORIO
REGOLA AUREA: METTI TUTTO IL MONDO IN UNA STANZA!
Come mappare e coinvolgere nel nostro processo più attori
possibili?
Su quale tema lavoriamo?
1. Informazione: quali strumenti?
2. Informazione è occasione di fare networking e
conoscere gli attori del territorio coinvolgendoli direttamente nella distribuzione
del materiale e rendendoli partecipi nella promozione dell’iniziativa.
3. Coinvolgimento delle istituzioni del
decentramento cittadino
4. Coinvolgimento e collaborazione delle
associazioni
5. Le chiese e la parrocchie
6. Attenzione al rapporto con i media: più vedremo
alzarsi la qualità del dibattito meno vi sarà attenzione da parte dei media
7. L'opportunità di costruire un Tavolo di Garanzia
chiedendo agli stakeholder stessi di individuare delle persone di cui “si
fidano” per farne parte
8. Le interviste agli opinion leaders – mappare il
territorio /quali interviste? Focus group, modalità: racconto polifonico? Linea
del tempo? il teatro invisibile?
9. Quali domande?
Le domande, possono essere suddivise in quattro macro aree,
sono state strutturate per:
a. rilevare il parere e l’immaginario circa il problema
specifico sul quale vogliamo lavorare
b.conoscenza della problematica più in generale
c.posizioni che i diversi
opinion leaders ritengono rilevanti per l’opinione pubblica
d.impressioni e
suggerimenti sulla struttura del percorso di partecipazione e sugli strumenti di informazione e coinvolgimento che si vogliono
attivare.
Le interviste ci servono a comprendere i punti di vista
prevalenti ma anche a individuare i punti che potrebbero emergere dal
dibattito.
I PASSI PER CREARE POSTO IN UNA STANZA IN CUI CI SIA POSTO
PER TUTTI:
1. attenzione al setting : dove e quando incontrare le
persone
2. spazio per la "lamentela"
3. spazio per una riflessione più ampia
4. spazio per la proposta concreta
5. spazio per la progettualità
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Sulla base di questi esercizi e di queste nuove metodologie, abbiamo lavorato nei singoli gruppi con i nostri peer-leaders per elaborare una progettualità concreta da poter presentare domani ai decisori politici dei nostri territori presenti qui ad AllRights2.
Non vediamo l'ora di farvi sapere.. cosa bolle in pentola!!